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venerdì 17 aprile 2009

Editing: Le Chiavi del Fato

Spariamo sulla croce rossa!Dopotutto, è uno sport divertente! In senso letterario, ovviamente.. . Pensavo di iniziare con un'opera del mio bersaglio per freccette preferito, alias la Troisi, ma poi ho deciso di iniziare davvero alla grande, con "Ancess: le chiavi del fato" di un simpaticone chiamato Sergio Rocca. Gamberetta già aveva demolito questo libro, ora ne farò l'editing ( dell'inizio, si intende). Se fosse un sudoku sarebbe un livello superfacilitato, il che rende ancora più grave il fatto che qualcuno abbia pensato di pubblicarlo. Buon divertimento! Le mie correzioni sono tra parentesi e in corsivo.


Copertina del libro incriminato.

Tra i sottili lineamenti degli occhi a mandorla brillavano due gemme cerulee come il cielo terso, striate di zaffiro. (gaaaaaaaaah vomito. No sul serio, una cosa del genere va sullo stomaco più della peperonata. Per dire che una persona ha gli occhi azzurri non c'è bisogno di dilungarsi in tali, orribili metafore. Già se si fosse fermato alle gemme cerulee sarebbe stato comunque esagerato, ma così è veramente inaccettabile. Sembra di stare a Extremelot. Oltretutto il cielo terso è già ceruleo di suo, quindi, caro Sergio, saprai anche i paroloni, ma non li sai usare..)Il bambino guardava gli erbosi( perchè, esistono anche non erbosi? maddai) prati che scorrevano oltre il foro della carrozza. Lo stridio del cocchio tirato da robusti e infaticabili frisoni( i frisoni sono una razza di cavalli infaticabile per definizione...), lo scalpitio dei cavalli al trotto, il ballonzolare delle ruote sul terreno, sassoso e inumidito dallo scroscio della notte precedente, giungevano ovattati alla mente di Odino.

Egli era assorto nei suoi pensieri e il suo sguardo fissava l’incantato e florido ambiente esterno. Non pensava però agli arbusti elfici(aaah dannati elfi!!Ehm. Cosa vuol dire, che differenza c'è fra un arbusto elfico e uno non elfico?Show, don't tell! Comunque rimane orribile.) e allo splendore della terra Jaline, né alle distese erbose, il cui verde si scorgeva attraverso gli sprazzi tra l’albore,( ma se non ci pensava perchè indicarle? Non c'era davvero un modo migliore per inidicare il paesaggio?) ma a colui che gli era stato amico e salvatore, nonché fratello maggiore e padre, pedagogo e maestro( sono sinonimi..) o addirittura dio protettore allo stesso tempo. Aveva il viso e il naso arrossati dopo un pianto disperato, straziante,(sinonimi) e ora non gli rimanevano più lacrime da versare.(Dai, questo lo usa anche la Troisi, probabilmente perchè dopo 30 descrizioni di pianti rimane senza idee. Si può fare di meglio.) Gli rimaneva solo la quiete angosciante della rassegnazione.

Il silenzio smorzava la rigenerazione dello stato d’animo, poiché era il guardiano fedele della sofferenza,(ma chi si crede di essere, l'Adelchi?) e lui era troppo piccolo per farlo invece suo alleato. (Non si capisce niente. Dire che non era capace di trarre consolazione dal silenzio in quanto bambino era troppo difficile?)

Il cuore di Odino era gonfio come gli occhi, colmo di una sofferenza interiore, a lungo andare fatale. ( si lo abbiamo capito, sono mille mila righe che ce lo dici.)

«Kalos…» echeggiava ogni tanto nella sua mente come un richiamo del ricordo dell’amico, del fratello…( e segretario, nel tempo libero. Possibile che "persona cara" fosse troppo poco aulico?)

Al bambino non interessava se il suo destino fosse quello di diventare il nuovo sovrano dei regni di Aesir, prossimi ad unificarsi in un unico impero, essendo lui la tanto supposta reincarnazione del dio Odino di Asgard.( inforigurgito in vista) Non gli interessava nemmeno diventare l’anello di congiunzione tra i popoli di tutto il continente occidentale con quello orientale. Nemmeno di dover accettare che il suo destino fosse diventare il più potente dei monaci Rei di Zen-San, voleva semplicemente essere di nuovo accanto al suo Kalos. ( MA SE NON GLI INTERESSAVA NON HA SENSO NOMINARLO! Questo è il classico caso di pessimo scrittore che non sapendo come spiegare certe vicende le inserisce in un inforigurgito mentale del protagonista.. Questo paragrafo è una condensazione di brutture incredibili, bastava dire "gli mancava terribilmente Kalos, e non gli interessava altro." Inchiostro e tempo risparmiati. Se proprio si voleva parlare di tutte queste cose, o si trovava un punto nella stoira in cui mostrarle, o si faceva pensare al bambino " non mi interessa degli Asgard" ecc.)

Odino prendeva atto che il monaco Kalos (il suo amico, fratello maggiore, maestro…) ( grazie per avercelo ricordato, sai com'è, ce l'eravamo dimenticato..)gli aveva insegnato molte cose sulla vita e sulla realtà, ma la sua morte era la prova dell’inapplicabilità e inveridicità di alcune di esse ( oh quanto fa figo usare tali termini. Ma dai. )

Quella di Kalos era stata, però, una morte degna di un guerriero e un giustiziere. Egli era un eroe come pochi, vinto forse dall’ingannevole filosofia che seguiva e applicava fedelmente, perché in essa aveva fede. ( inforigurgito. Ebbasta dai. Facci vedere la mente di Odino che ricorda la sua morte, invece di questo. Questo è raccontare.)

«Non tutto era vero, amico mio…» pronunciò sommessamente con amarezza il bambino, non distogliendo lo sguardo dalle valli lontane. Ma l’ammirazione verso Kalos non era scomparsa con la sua morte, neanche gli Dei assassini potevano vincere la sua grandezza. ( ma lo abbiamo capito!!! Sappiamo che lo ammira eh! Poi stona molto, prima un dettaglio di cosa succede all'esterno poi dell'inforigurgito da autore "devodiretuttoquellochesosulmondodamecreato" )

«Dei assassini e vigliacchi… vili!»( sono sinonimi..) pensò ancora il bambino, questa volta con disprezzo. ( ah, prima li amava, ha senso. Hanno ucciso il suo caddy/segretario/pizzaiolo/idraulico, è giusto specificare che li odia.)

«Oh Kalos, perché mi hai coinvolto nelle tue illusioni? Perché mi hai insegnato cose false? Perché non impedisci che il dolore mi uccida lentamente? Ora sento un veleno che fermenta nelle mie carni e mi tortura spietatamente… Con quale autorità mi ordinasti di vivere per inseguire i miei sogni? Quali sogni? Avevo ragione a non averne! Quanto desiderio ho di raggiungerti in Ade…» ( oh si, molti bambini la pensano così... brutto, brutto.. nemmeno Omero da bambino lo faceva, dai.)

Il bambino sospirò e cambiò leggermente posizione sul sedile, sentendo il calore della pelliccia d’orso e del berretto di montone sulla testa. Il silenzio si fece sentire nuovamente nella carrozza come una folata di vento gelido.

«Non troveresti l’Ade così interessante, sai?» disse una voce argentina, improvvisamente.

Il bambino si voltò spaventato, in direzione dell’angolo destro della panca opposta alla sua. D’incanto vi era seduto un fanciullo più grande di lui, i cui occhi smeraldini erano rivolti all’esterno del cocchio, anch’egli fissava il paesaggio che scorreva.

I suoi neri capelli ( capelli neri era troppo basso e volgare..idem come sotto) semi-corti e il glabro viso gli davano un’aria da ‘lupetto spartano’( cosa cavolo è un lupetto spartano?? un tipo di scout?). Il suo grande cappotto di ermellino, lungo fino alle caviglie, gli dava invece un’aria da principe di quei nuovi tempi. ( si potrebbe obiettare che l'ermellino come simbolo di regalità è più tardi dei tempi di Asgard e di tutto quel calderone mitologico finora presentato, ma vabbè..)

«Chi sei( una bella virgola, magari?) stregone?» ruggì il bambino istericamente, pronto a gridare. ( Certo, il mondo è pieno di bambini che ruggiscono..e che è, un leone?)

Conclusioni. : il signor Rocca avrà anche tanti bei vocaboli, ma non sa scrivere. Però potrebbe riciclarsi per scrivere i testi di Sensualità a Corte, Jean Claude sarebbe entusiasta!

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