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venerdì 1 maggio 2009

Bookburger

Nonostante gli esami siano oramai prossimi e la necessità di studiare divenga sempre più impellente anche per quelli come me che studiano da mesi ( secchionaggione o passione? ai post...eri l'ardua sentenza), non ci si può negare un giretto in libreria.
Premetto che per me le librerie sono un piacere. Dico davvero. Non dico che mi sento come Adso quando entrò nello scriptorium per la prima volta, ma mi rendo conto del loro immenso e potenziale valore.

Un tempo, a Riccione, c'era una bella libreria in centro. Ok, forse eccelsa non era, ma per trovarsi in centro di fianco a una profumeria e con un McDonald's al piano superiore era di tutto rispetto. Era la libreria della mia infanzia, lì ci ho comprato di tutto, dai Piccoli Brividi ai libri della Troisi.
Su una zona del pavimento c'erano come dei poster illuminati da sotto con varie frasi e disegnini stilizzati, me ne ricordo solo una, "grazie a Dio sono ateo". Questo vicino al reparto dei dizionari. Poi c'erano dei reparti con i libri classici, generalmente dalle copertine sobrie, con pochi o nessun disegno, praticamente simili alla Bibbia. Ci credo che attiravano poco il lettore... Poi altri reparti con fumetti e varie sezioni su cui non mi soffermerò...poi, lì, vicino alle casse, la fantasy.
Avete mai fatto caso che al supermercato il reparto dei dolci e schifezze varie è proprio vicino alle casse? Strategie di marketing. Come il fantasy.
Io lì pensavo che fosse un caso, dovuto anche all'ampliamento della libreria quando occupò anche lo spazio dei McDonalds. Ma anche no. Fateci caso, è così in tutte le librerie.

Quando quella libreria chiuse, in tempi in realtà recenti, mi prese una gran tristezza, un po' per via dei ricordi un po' perchè adesso, poco lontano da essa, ha aperto una libreria della Immondadori grande un quarto dell'altra e purtroppo, pessima. Tristezza a palate.
In compenso qui a Bologna non posso lamentarmi, e un giretto alla Feltrinelli o da Mel Books me lo concedo spesso.
Ieri ero alla ricerca di qualche autore scandinavo da inserire nella lista degli 8 libri da leggere per l'esame di letteratura norvegese proprio in quel della Feltrinelli. Lì mi ci fermo spesso, vuoi perchè è proprio sulla strada vuoi perchè ho la tessera.
Alla fine capito sempre dal fantasy. Se c'è qualcuno indeciso dispenso consigli come un vecchietto impertinente, altrimenti prendo un libro di qualche autore ignoto, leggo i primi paragrafi e lo ripongo con una qualche sentenza del tipo "pessimo", "ingenuo", "una vera schifezza", "ho visto di peggio", ecc ecc. Di giudizi positivi comunque pochissimi. E poi ci sono le copertine. Quelle belle copertine zuccherose a mezza via tra la confezione di un happy meal, un fantasy vecchio stile, una copertina dei Manowar o dei Rhapsody. In mezzo alle ultime uscite c'era persino l'ultima opera ( non mi azzarderei mai a definirlo libro) della Troisi..immagino che l'illustrazione non sia di Barbieri, perchè l'avevo scambiato per l'ultimo successo di Geronimo Stilton.



Tanto per fare caso ai dettagli, non so se avete notato il cambiamento delle copertine dei libri della Troisi, parlando sempre di quelle di Barbieri.
Facciamo un bel confronto all'americana, qui metterò solo i primi libri di ogni saga.
Non metto la ragazza drago perchè è solo un primo piano.




Notato niente?Ma proprio niente? Nel primo libro Nihal è appena uscita da una sessione di shopping nel suo sexy shop preferito a giudicare dagli abiti, Dubhe nel secondo è molto più vestita. Che sia intervenuto il Moige? Oh, possibile.
Però non credo. Siamo proprio sicurisicurisicuri che con un altra copertina non avrebbero venduto? Dopo che è divenuta famosa non ce ne è stato più bisogno.
Questa copertina, quella di Nihal, sortisce un doppio effetto nell'attirare l'attenzione: le ragazzine e gli sprovveduti magari lo compreranno, chiunque abbia un po' di rispetto per il fantasy e per i 16 euro che sta per spendere lo rimettera giù, perchè quale guerriera sarebbe così incredibilmente cretina da combattere vestita così? Non voglio fare la puritana, per carità, io l'ho comprato quel libro, anni e anni fa, pur essendomi accorta dell'errore di fondo e rendendomente bene conto solo dopo.
Una minima attenuante gliela darò a Barbieri: nei disegni di licia Nihal è vestita più o meno così. Quindi l'idiozia di fondo è sua. Però Barbieri ha calcato la mano, basti guardare i pantaloni... Se dovessi scoprire che ha seguito delle indicazioni precise della Immondadori ("mi raccomandalo vestila poco così attiriamo le ragazzine!!11) in parte lo assolverei, ma se ha fatto tutto di suo l'assoluzione se la può scordare. Non che abbia la colpa più grave, ma con una copertina come quella di Dubhe nel primo libro io non credo avrebbe venduto così tanto..

I reparti fantasy hanno comunque effetti positivi. Sono meglio di un motivator, quando si deve scrivere.